Quinto Osservatorio Reti di Impresa

Il Quinto Osservatorio di Intesa San Paolo - Mediocredito: reti di impresa più multisettoriali e multiterritoriali.

 

Il Quinto Osservatorio di Intesa San Paolo – Mediocredito sulle reti di impresa riserva, anche questa volta, delle vere e proprie sorprese.
Da: Fabrizio Garaffa
Discussione attiva nel Gruppo RETI DI IMPRESE PMI

Non tanto e non solo per quanto riguarda l’analisi del dato forse più facile da interpretare, quello meramente quantitativo: 1.770 i contratti registrati al 1° ottobre 2014 per un totale di 9.129 imprese, un dato che conferma la tendenza costante alla crescita delle cosiddette reti di impresa per la crescita e la competitività, la speciale forma di aggregazione imprenditoriale in introdotta con il D. L. n. 5/2009, convertito con Legge n. 33/2009.
Le soddisfazioni maggiori, infatti, giungono dall’analisi del dato qualitativo delle reti: ben 113 (pari al 6,4% del totale) riguardano sinergie che hanno cambiato pelle accogliendo al loro interno nuove società. «Stiamo assistendo a un fenomeno trasversale - spiega Giovanni Foresti, economista di Intesa Sanpaolo che ha curato il rapporto - che porta le reti ad ampliarsi al loro interno. Lo strumento, oltre a mostrare un’elevata flessibilità in termini di obiettivi e organizzazione, si dimostra infatti altamente flessibile anche per ciò che riguarda l’ingresso di imprenditori al suo interno. Questo porta le reti ad aumentare il grado di differenziazione produttiva e a diventare più competitive». Tanto che, dati alla mano, si scopre che l’84% dei contratti presenta nel proprio ambito imprese specializzate in diversi comparti. Più in particolare, il 55,5% delle reti è composto da aziende appartenenti a diversi macrosettori, mentre il 28,4% conta imprese dello stesso macrosettore, ma di comparti produttivi diversi. Inoltre poco meno di una rete su tre è composta da aziende della stessa classe dimensionale. Non solo. Nel 60% dei contratti sono attive microimprese insieme ad aziende di un’altra classe dimensionale. Multisettoriali, ma anche multiterritoriali: ben il 33,4% delle alleanze “leggere”riguarda imprese con sede in due province diverse, il 15,1% in tre e il 3,2% in più di cinque province.La classifica regionale continua a essere guidata dalla Lombardia, con 2.019 imprese in rete, mentre consolida la sua seconda posizione l’Emilia-Romagna (con 1.128 aziende). Al terzo posto la Toscana, con 982 imprese coinvolte. Circa il 45% delle aziende in rete si trova in queste tre regioni. Fanalini di coda sono Molise (38) e Valle d'Aosta (3). A livello settoriale prevalgono i servizi (44,5% delle imprese in rete) e in particolare le aziende specializzate in attività legali, contabilità, direzione aziendale e consulenza gestionale. L’industria si colloca al secondo posto (29,5% del totale), con la filiera metalmeccanica in testa (6,3%), seguita dal sistema moda (4,4%) e dalla meccanica (3,8 per cento). Spicca poi il settore agroalimentare, con 230 reti che associano 885 imprese, pari al 10% del totale. Un peso ben maggiore rispetto alla sua rilevanza nell’economia italiana (pari all’1,9 per cento). Di queste ben 178 sono multisettoriali, circa un terzo delle quali conta al proprio interno anche imprese del turismo per coniugare la tradizione alimentare con la promozione del territorio. Un’altra caratteristica delle reti è la sostenibilità ambientale. Il 13,8% dei contratti è infatti «verde» e punta sulle energie rinnovabili, sul risparmio energetico o sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

Le reti «green» sono particolarmente diffuse nella filiera delle costruzioni, nelle utilities e nella metallurgia.

I Cookie ci aiutano a fornirvi un servizio migliore. Cliccando su "Accetta" o continuando a navigare accettate il loro utilizzo. Privacy Policy.